Articolo di Kristal Berlingieri
Foto di Daniela Caimi
Incontriamo Angelica Artemisia Pedatella attrice, regista, autrice, docente, danzatrice e musicista.
La sua carriera è un esempio di come la dedizione, la passione e una visione innovativa possano
portare al successo. Ha abbracciato la proposta del direttore Paolo Paparella, divenendo pertanto
l’editore di Nefy.In questa intervista raccontiamo la sua storia che ci piace definire “la storia di un
ritorno” per fare la differenza nella sua terra e divenire un punto di riferimento. Nata in Calabria
nel 1980, ha trascorso molti anni a Roma dove ha intrapreso un intenso percorso di studi
laureandosi in Lettere presso l’Università Sapienza e collaborando attivamente sia con la cattedra
di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso la stessa Università sia con altri poli universitari.
Accanto alle attività culturali e progettuali in collaborazione con l’università ha recitato in
spettacoli della grande tradizione teatrale italiana e del Novecento internazionale, lavorando in
teatro, in festival nazionali e internazionali sia in scena che in progetti di audiovisivo. Ha svolto
attività di concertismo e ha collaborato con editori per la pubblicazione di volumi (CNRS Parigi,
Gioacovelli, Newton Compton, Pellegrini, Pioda, Simone per la Scuola, Tracce) e con l’editoria da
edicola, pubblicando per riviste di settore, riviste di divulgazione scientifica e culturale e riviste
popolari. Ha seguito due corsi di alta formazione di regia e recitazione, altri corsi di
perfezionamento, di canto, vocal coaching ed espressione. Fonda nel 2018 la Compagnia Teatrale
BA17, un team di artisti che guida e con cui ha promosso un lavoro di ricerca, narrazione e
valorizzazione della Calabria, per ritrovare le proprie origini e ciò che di positivo può donare
questa terra. Approfondiamo con qualche domanda la storia di questo ritorno.
È l’editore di Nefy, cosa l’ha spinta ad aderire a questo progetto e quali sono gli step futuri di
questo percorso?
ANGELICA ARTEMISIA PEDATELLA: Nefy è un progetto straordinario che parla di donne e dedicato
alle donne. Ho capito che era giusto raccontarle, sia per le che donne per gli uomini. Nefy ha
iniziato il suo viaggio, ha un’anima nazionale e internazionale ma anche un ‘ anima che diventa
locale, regionale, che cerca nei piccoli borghi e paesi donne di valore.
La sua storia è particolare, si tratta di un ritorno alle proprie origini che ha lo scopo di valorizzare
la sua terra, ci può spiegare meglio?
ANGELICA ARTEMISIA PEDATELLA: Io sono ritornata nella mia terra 3 anni e mezzo fa. Quando sei
ragazzina non vedi l’ora di andare via, studiare, avere successo. Roma è stata la mia seconda casa
ma a un certo punto mi sono resa conto che il mio posto non era in nessuno dei luoghi che avevo
visitato Roma, Parigi, Londra e tanti altri. Più un albero affonda le sue radici più lancia in alto la sua
chioma. Ricordo il messaggio del mio primo maestro Carlo Merlo: “Se vai all’ estero a fare la fila
rimarrai un numero, lavora per la tua terra e diventerai qualcuno”. Sono felice di essere tornata, la
mia mente si è aperta, ho cominciato a realizzare la mia poetica. Quando torni nella tua terra a
sapere chi sei, puoi veramente sviluppare ciò che sei. Poi è nata BA17, la speranza di tornare si è
realizzata in un lavoro che condivido con altre persone, tramite le connessioni che creiamo sul
territorio troviamo lavoro per altri, stiamo creando qualcosa che non c’era.
Come donna ha trovato delle difficoltà nella realizzazione di questi progetti o in generale
nell’essere presa in considerazione?
ANGELICA ARTEMISIA PEDATELLA: Essere donna è stato uno svantaggio più fuori dalla Calabria che
qui. Fuori dalla Calabria il mio essere donna non mi faceva andare oltre. Qui è vero sono meno le
donne al potere però ognuno ha preso in considerazione la mia figura, il mio spessore, quello che
stavo dicendo e nessuno mi ha valutata perché ero più o meno carina. C ‘è un grande rispetto per
le donne di Cultura, un punto a favore per la Calabria e spero di saggiare anche le altre regioni del
sud.
Quali sono i progetti concretizzati?
ANGELICA ARTEMISIA PEDATELLA: Sicuramente la compagnia teatrale BA17.Per noi il teatro è la
metafora della vita che diventa arte e la sigla si rifà alla diciassettesima area di Brodmann collocata
nel lobo occipitale del cervello, zona preposta alla vista istintiva, primordiale, che attiva
l’intuizione quindi la capacità di percepire con l’emozione la bellezza, perché tutto va raccontato
attraverso il linguaggio della bellezza. Concentrati sulla riscoperta della nostra terra abbiamo
composto un lavoro di videoscrittura e interazione con l’ambiente dal titolo “Rinascimento
calabrese” che fonde ricerca e ispirazione, dando vita ad una costellazione di opere che esplorano
le diverse arti. Tutto quello che facciamo racconta cosa è stata la Calabria e ciò che può diventare,
il rinascimento italiano deve molto al Sud, alla Calabria. Non conosciamo la nostra terra, da qui
nascono molti progetti. Quelli per le minoranze storico-linguistiche del Meridione dando vita a
opere e format che arricchiscano la coscienza collettiva del valore sociale di queste realtà.
Abbiamo poi “Genius Loci”, il progetto destinato a cambiare radicalmente la comunicazione
istituzionale e territoriale a lanciare un nuovo modo per raccontare i luoghi. Numerosi sono poi gli
spettacoli e i festival realizzati, i progetti in cantiere.
Può regalare un messaggio alle donne che ci seguono?
ANGELICA ARTEMISIA PEDATELLA: Siate creative, imparate a credere a ciò che avete creato con la
vostra mente, non smettete di studiare, di cercare, scoprire.Lasciate perdere ogni tipo di
stereotipo e credete che laddove non c’è nulla è il posto giusto dove si può creare la meraviglia, le
donne sono brave a far questo.
GUARDA LA VIDEO INTERVISTA
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