Articolo di:
Silvia Casini
Raffaella Fenoglio
Francesco Pasqua
L’universo di Hayao Miyazaki è popolato da intrepidi e indomiti personaggi femminili capaci di affrontare qualsivoglia avventura senza reticenza alcuna e anche a costo della propria vita. Potranno contare su fidi alleati ma, ci dice proprio il grande maestro giapponese, nessuna di loro avrà mai bisogno di un salvatore che le tiri fuori dai guai. Sono personaggi eroici a tutto tondo, esattamente al pari degli uomini. Questo, ovviamente, non le rende invulnerabili e infallibili, anzi. Spesso tutta la loro determinazione sta proprio nell’essenza di un’umanità fatta di fragilità, sensibilità, dolcezza e amore per ciò in cui credono. Donne fuori dall’ordinario, certo, che fanno della loro eccezionalità un chiaro punto di forza attraverso cui veicolare un messaggio inequivocabile: essere se stessi, con tutte le eventuali stranezze del caso, ci rende unici. Ecco, per farla breve, le donne di Miyazaki sono uniche, non confondibili con altre figure femminili. È il caso, per esempio, di Nausicaä, l’audace protagonista di Nausicaä della Valle del vento, eroina valorosa e combattiva ma detentrice di uno sguardo in grado di andare oltre la mera superficialità, tanto da cogliere con straordinaria acutezza d’animo le ragioni profonde che spingono la giungla tossica contro il proprio regno e il mondo intero. Nausicaä scopre infatti una verità che va oltre l’apparenza, una verità che – grazie anche al suo sacrificio – porterà alla salvezza della sua gente. Lo stesso possiamo dire anche di San, la bella protagonista del capolavoro Principessa Mononoke, la quale, proprio come Nausicaä, lotta senza tregua contro il proprio nemico – la Città del Ferro – mossa da uno sconfinato amore per la natura. Perché San non è solo una guerriera ribelle, San è la purezza fatta persona, anche nelle sue forme più violente, il parto antropomorfo di una foresta messa a rischio dall’avidità dell’uomo. San è Mononoke, letteralmente uno “spettro”, una presenza indomabile e indomita che non si conforma a ciò che gli altri vorrebbero che fosse. Molto diversa è invece Chihiro, protagonista de La città incantata. Una ragazzina non ancora adolescente che, come una sorta di Alice nel paese delle meraviglie, compie imprese eroiche suo malgrado, facendosi portatrice sana di umanità in un mondo che tanto umano non è proprio perché popolato da mostri e spettri. Un percorso, per intenderci, speculare a quello di Kiki, la streghetta di Kiki – Consegne a domicilio, la quale, tenterà invece di portare la magia nel mondo degli umani. Chihiro però non è Kiki. Chihiro è tutto sommato una ragazzina qualunque, la cui straordinarietà risiede nell’ingenuità, nel disincanto e nel rispetto che mostra verso il mondo che la ospita e verso i suoi anomali personaggi. Il suo, però, è anche un viaggio dentro se stessa, un percorso di maturazione e consapevolezza costellato di ostacoli e sfide da superare facendo leva sulla propria forza d’animo, sui propri valori; un viaggio incredibile, magico e reale insieme, che la trasformerà per sempre. A proposito di trasformazioni, non possiamo di certo tralasciare il personaggio di Sophie, ossia la giovane protagonista de Il castello errante di Howl che, a causa di un incantesimo, si vedrà trasformata in una simpatica vecchietta. Una vecchietta che però, paradossalmente, mostrerà una forza e un entusiasmo maggiori rispetto alla sua versione più giovane. L’anzianità, infatti, diventa per lei un modo, un “potere” potremmo dire, capace di regalarle una libertà e una saggezza maggiori. Sophie comprende così, e noi con lei, quanto certi concetti legati alla bellezza e alla prestanza fisica siano relativi. La bellezza che conta davvero, ci suggerisce Sophie, è quella dei sentimenti, la pacificazione con se stessi, un’armonia tutta interiore capace di mostrarci per ciò che siamo davvero. L’unicità della storia d’amore tra Sophie e Howl, in fondo, è tutta qui. Un’altra curiosità interessante è che i personaggi di Hayao Miyazaki sono intrecciati in maniera indissolubile al mondo gastronomico. Infatti, non è un caso se le sue storie toccanti sono ricche di magia, immaginazione, valori, tradizioni e anche di cibi appetitosi. Tutte le pietanze presenti nei suoi lungometraggi sono esteticamente ghiotte, perché sapori e profumi sono da sempre i suoi ingredienti imprescindibili. Miyazaki ha una maestria del disegno tale da riuscire a trasmetterci tutta la fragranza di una verdura o la sofficità di un panino. Vedere una delle sue pellicole significa assistere a un’esperienza multisensoriale, capace di restituirci una quotidianità familiare attraverso piccoli gesti, che vanno dal preparare il pasto per il bentō al borbottio di una zuppa in pentola. Un’esperienza che Miyazaki ci dona ricordandoci che il cibo è rappresentazione di una cultura, specchio di un mondo. Un cibo che si fa, in altre parole, portatore di impegno, ringraziamento, emblema di affetto e solidarietà. Se anche voi desiderate portare a tavola un po’ della magia dei suoi film, con La cucina incantata illustrata – Le ricette tratte da tutti i film di Hayao Miyazaki (Trenta editore) potrete farlo in maniera sorprendente.
Ecco infatti, una ricetta tratta dal libro.
Onigiri de La città incantata
Se volete assaggiare una ricetta miyazakiana veloce e gustosa, potete seguire questi procedimenti per preparare a casa gli onigiri, i famosi spuntini giapponese, composti da una polpetta di riso bianco dalla forma triangolare, che Chihiro degusta assieme a Haku nel film La città incantata.
Ingredienti per 4 persone
300 g di gohan
360 ml di acqua
30 ml di aceto di riso
1 cucchiaino di zucchero
sale
alga nori in fogli
semi di sesamo
Preparazione
Mettete il riso in una ciotola capiente piena d’acqua, lavatelo delicatamente con un movimento circolare e scartate l’acqua. Ripetete per circa 3-4 volte, poi scolate in un colino. In una pentola con coperchio mettete il riso e 360 ml di acqua e lasciatelo a bagno per 20-30 minuti prima di cuocerlo.
Chiudete il coperchio e portate a ebollizione a fuoco medio. Una volta che l’acqua bolle, abbassate la fiamma e continuate la cottura con il coperchio per 12-13 minuti. Spegnete e lasciate riposare per 10 minuti.
Travasate il riso in una ciotola, unite l’aceto di riso, il sale e lo zucchero. Con una piccola quantità di sale cosparso sulle mani, modellate il riso in piccole palline o triangoli larghi circa 8 cm; create un piccolo pozzetto al centro e aggiungetevi la farcitura che preferite tipo pollo o funghi Shiitake. Modellate il riso con le mani intorno per coprire completamente il ripieno.
Utilizzando un foglio di alga nori, avvolgete la palla di riso e decoratela con alcuni semi di sesamo.
I have read your article carefully and I agree with you very much. This has provided a great help for my thesis writing, and I will seriously improve it. However, I don’t know much about a certain place. Can you help me?