Una vita in fuga

Sean Penn lo ha definito il suo miglior film ed in effetti ha tante prime volte della sua carriera. La figlia, il figlio e un punto diverso di vedere la camera da presa. Certamente è un opera cinematografica che lascia a bocca aperta, il motivo ce lo spiega proprio lui.

Esce il 31 marzo al cinema il film di Sean Penn, che per la prima volta dirige se stesso, sua figlia e suo figlio, senza considerare che per la prima volta gira in pellicola 16 mm un lungometraggio preferendo il classico al digitale.
Benché molto noto come attore in 40 anni di carriera, Penn non era mai apparso davanti alla macchina da presa in nessuno dei cinque lungometraggi che aveva diretto prima. Spiega: “Ho sempre ammirato chiunque sia in grado di dirigere e interpretare uno stesso film e non avevo mai preso in considerazione di farlo io. Ma per via di un concorso di circostanze è successo e, come avevo immaginato, mi ha sfinito. Non sono certo che riprenderei in considerazione di farlo”. Lavorando con i suoi figli, Sean Penn ha provato una grande ammirazione e dichiara: “Dylan è una macchina della verità che ha impressionato tutti noi fin dal primo giorno. Lavorare con lei mi ha dato la mia dose giornaliera di orgoglio. È stato davvero appassionante. Hopper è uno di quegli attori… che ti basta puntargli addosso la macchina da presa e la macchina si innamora di lui. Ha una presenza molto tenera.” 
Dylan Penn commenta: “Lavorare con mio padre nei panni del mio co-protagonista e del mio regista è stata un’esperienza estremamente intensa! Detto questo, è realmente il miglior partner e il miglior regista con cui abbia mai lavorato. Mi sono sentita incredibilmente sostenuta e questo mi ha permesso di essere estremamente vulnerabile e nuda sul piano emotivo. È davvero bravo a parlare con gli attori per ottenere quello che vuole; e per quanto sul set dia l’impressione di essere esigente, è confortante avere una persona che sa esattamente quello che vuole, dal modo in cui fai la riga nei capelli a quello in cui entri in una stanza. Lavorare con mio fratello è stato un vero regalo, rende tutto molto semplice. Nella vita reale siamo molto uniti e penso che la nostra complicità appaia in modo evidente nelle scene che abbiamo insieme.” 

 

 

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