Dall’11 novembre 2022 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale e in rotazione radiofonica “Questo amore”, il nuovo singolo di Giovanni Santese che anticipa il nuovo album.
Il videoclip di “Questo amore”, diretto da Lorenzo Kruger, parte da una suggestione contenuta nel testo: questo amore non è. Assecondandola il video diventa altro dalla canzone, attraversandola e donandole un nuovo piano di lettura.
Descrive così l’idea del videoclip il suo regista: “Molte canzoni che ascoltiamo vogliono raccontarci cos’è l’amore, quella di Giovanni cerca di dirci cosa l’amore non è. Questa formulazione del brano mi ha innescato una visione che diventa alternativa e allo stesso parallela al testo. Ho pensato a questa coppia che per tutto il video sembra incontrarsi ma che non si trova mai. Un amore che non è. Una coppia apparente come lo sono molte che vediamo per strada, che sembrano vicine ma che la vita, il tempo e le esperienze tengono su due piani sfalsati.”
Guarda qui il videoclip su YouTube: https://youtu.be/4f697YNvRjo
Giovanni Santese è un cantautore italiano. Il suo album d’esordio, prodotto da Taketo Gohara, sarà pubblicato a fine 2022 per Irma Records. In precedenza ha pubblicato come non giovanni altri due album: “Ho deciso di restare in Italia” (2014 – Irma Records) finalista per l’assegnazione della Targa Tenco come Migliore Opera Prima 2015, e “Stare Bene” (2017 – Irma Records). Ai precedenti due dischi sono seguite numerose date live in band e in acustico, che hanno toccato le principali città d’Italia e i club del circuito indipendente. Giovanni Santese ha preso parte inoltre allo storico concerto del Primo Maggio di Taranto davanti a 100.000 presenze insieme a Fiorella Mannoia, Afterhours, Vinicio Capossela, Tre Allegri Ragazzi Morti e tanti altri.
Abbiamo deciso di intervistarlo per farvelo conoscere meglio la sua arte.
– Questo amore non è…?
Una storia epica o tragica, un grande romanzo o un finale struggente di un film. Ma è vivere quotidiano, fatica delle banalità, responsabilità verso i figli. Insomma è molto meno poetico di una grande narrazione, ma forse anche per questo, è qualcosa di più.
– Parafrasando la tua canzone… hai deciso di restare in Italia o se ne avessi la possibilità potresti pensare ad una carriera all’estero?
Ho sempre scritto canzoni in italiano, e sono oltretutto molto legato al lavoro sul testo. Anche solo per questo non saprei immaginarmi altrove. Se questa passione non mi avesse scelto, sicuramente avrei valutato con più serenità l’idea di andarmene chissà dove.
– Perché il cambio del nome dopo i primi due dischi?
Non Giovanni è stato un modo paradossale di affermare una parte di me, accanto ad altri aspetti della mia vita. Passato qualche anno da quel battesimo auto-celebrato, mi sono sentito pronto a fare pace con me stesso, e ad accogliere nella mia vita il fatto di scrivere e suonare, come parte principale del mio essere.
– Quando partirà il tour e quali città toccherà?
Il tour parte da inizio anno e stiamo ancora lavorando a un primo calendario, ma sicuramente gireremo un po’ ovunque per l’Italia.
– Esibirsi nei piccoli locali o al concerto del 1° maggio, quali emozioni suscitano le due esperienze?
Ho scoperto compiendo entrambe le esperienze che è molto più complicato per me trovare la giusta carica davanti a poche persone che di fronte a migliaia: un live in un piccolo locale a volte prende davvero quota solo dopo un po’ di canzoni, invece in un contesto di massa la botta arriva subito e ti senti trasportato in modo quasi magico dall’energia del pubblico.
Questo non toglie che io non adori le situazioni intime, mi sento molto a mio agio in un chitarra e voce ad esempio, o nelle situazioni colloquiali dove tra una canzone e l’altra c’è spazio per delle chiacchiere.
– C’è un cantautore che ti fa accapponare la pelle quando lo ascolti e perché?
Ce n’è stato più di uno nei miei ascolti, oggi ti direi che uno che resiste al tempo e non perde di un punto, è Lucio Dalla: nei tre album dal 77 all’80 ha tirato fuori dei capolavori impossibili, sia musicalmente che nei testi.
– Essere di bella presenza ti ha aiutato nella tua carriera?
Non più di tanto, sarà che io stesso non ci ho mai fatto troppo caso, non credo di essere totalmente un illuso se affermo che alla fine in questo mestiere valgono anzitutto le canzoni, poi viene tutto il resto.
– Un ragazzino che volesse intraprendere questo “mestiere” quali passi dovrebbe compiere?
Chiunque inizi a scrivere e suonare deve trovare la sua voce, sentirsi a suo agio con quello che fa, deve essere sincero, poi il resto viene.
– Quali traguardi ti aspetti dalla professione?
Voglio continuare a fare dischi e poi tour ed essere apprezzato da quanta più gente possibile.
– Il mondo non ha ancora capito… ?
Se parliamo delle mie canzoni, non riesco a rispondere, il mondo capisce quello che deve capire in quel momento. Sicuramente vorrei che ci fosse più eco intorno al mio lavoro, ma intanto non mi lamento perché il posizionamento in cui mi trovo ha una sua dignità, ho già fatto tanto con la mia musica, molto più di quello che potessi immaginare quando ho iniziato. Io dico sempre che comunque vadano le cose so che non potrei mai smettere di fare canzoni, quindi tanto vale farlo bene e stare sempre pronti a qualche cosa di più grande.