L’artista PAR TY è stato profondamente influenzato dalla cultura hip-hop e dalla sua passione per il mondo streetwear. Cresciuto in una città come Bologna in cui la musica rappresenta una forma di espressione vitale, ha iniziato a creare la propria, trasportando con sé uno stile di vita intriso di autenticità e audacia. Dopo aver perfezionato le sue abilità nel rap e aver ottenuto il riconoscimento locale, ha attirato l’attenzione dell’etichetta discografica italiana Kimura. La firma con Kimura è stata una svolta nel suo percorso, poiché ha permesso al rapper di condividere la sua musica con un pubblico più ampio. Con l’uscita del progetto d’esordio Party, si è immediatamente generata un’enorme ondata di hype. Le liriche ricche di significato e le melodie incisive sono state accompagnate da uno stile unico caratterizzato da dettagli streetwear eclettici e innovativi. Ora, PAR TY sta per lanciare un nuovo progetto, anticipato dal singolo Qué onda?, un lavoro che promette di superare ogni aspettativa. L’artista ha dedicato mesi di intenso lavoro in studio, perfezionando ogni dettaglio delle nuove tracce e cercando di superare i confini del genere. L’album, ancora senza titolo, è una fusione esplosiva di testi taglienti, ritmi avvincenti e produzioni innovative. PAR TY continua a rappresentare la voce di una generazione, con liriche che affrontano temi profondi e attuali, spingendo l’ascoltatore a riflettere sulle sfide e le gioie della vita. La festa continua.
Lo abbiamo intervistato per conoscerlo meglio come artista.
• Come nasce il nome Par Ty?
Il mio nome d’arte nasce dall’unione della mia più grande passione che è il Rap e la T che è un richiamo al mio vero nome.
• Bologna è una città giovane, che pensi della tua generazione(pregi e difetti)?
Penso che la mia generazione di pregi ne abbia ben pochi. Sicuramente ha il dono dell’indifferenza. In alcune circostanze può essere una cosa. In pochi coltivano veramente delle passioni sane e con costanza.
• C’è una spaccatura generazionale secondo te?
Decisamente si. Io ad esempio nonostante sia poco più grande di mio fratello vedo delle differenze abbissali. Lui ad esempio non riesce ad immaginarsi un mondo senza internet. Senza le mappe di google o le svariate comodità che offre quel tipo di strumento in molti sarebbero letteralmente persi. Mentre per me e i miei coetanei comunque la fase iniziale della nostra formazione è stata senza internet quindi abbiamo delle ‘skill’ che i ragazzini d’oggi per ovvi motivi non hanno potuto acquisire e viceversa.
• I tuoi genitori comprendono il tuo lavoro e quello dei tuoi “colleghi”?
Ad oggi posso dire che finalmente i miei genitori comprendono il mio lavoro, ma è stato un percorso lungo farglielo accettare.
I risultati sicuramente hanno aiutato.
• Quali sono gli artisti ai quali ti ispiri?
La mia adolescenza è stata profondamente influenzata dai club dogo, mentre oggi mi ispirano molto la scera rap tedesca e quella sud americana.
• Quali sono i traguardi che ti prefiggi?
Mi piacerebbe essere un artista di riferimento per quanto riguarda il mio genere non solo in Italia ma nel mondo.
• Ci sarà un tour?
Ci saranno sicuramente delle date
• Yo Yo racconta la distanza, i tuoi coetanei riescono a provare amore?
Sicuramente si, ma in tanti fanno fatica a coltivare quel sentimento col passare del tempo. Spesso alla prima difficoltà si fanno passi indietro e piuttosto che rimettere assieme i pezzi se qualcosa si rompe diventa più comodo sbarazzarsene e sostituire.
• Il telefono cellulare è un mezzo abusato?
Come ogni comodità e strumento che ci viene messo in mano tendiamo a farne un uso improprio.